mercoledì 20 gennaio 2010

Questione Nucleare

il nucleare fa gola alla grande industria perchè garantisce contratti di lunga durata. Una centrale nucleare di III generazione costa circa 3 miliardi di euro...ai prezzi di mercato europei, poi da noi i prezzi lievitano sempre. Il governo ne vuole cotruire 4 e confidustria è ben contenta: 12 milliardi! Poi c'è la manutenzione, lo smantellamento a fine vita, lo smaltimento delle scorie, etc...insomma un mare di soldi e di società molto difficile da controllare: siamo in Italia! Veramente l'elettricità prodotta con il nucleare è economica. Beh a livello elettorale si! Pensate solo 3 centesimi per chilowattora! Il fotovoltaico e l'eolico sono antieconomici e sinceramente anche esteticamente brutti!
Peccato però che nei 3 centesimi non sono conteggiati i costi di gestione delle scorie, di smantellamento della centrale, del combustibile nucleare, militarizzazione del territorio , assicurazioni, etc.
L'Italia ha un passato nucleare e questa eredità (scorie, gestione depositi, smantellamento, ect) si stima ci costerà (dal 2001 a 2021) circa 3 miliarti di euro. Intanto però abbiamo già speso oltre 10 miliardi di euro dal'89 ad oggi. Perchè? Beh! mantenere in sicurezza degli oggetti (prodotti di fissione)la cui radiotossicità persiste per migliaia di anni è oneroso. Non è come far invecchiare il vino in cantina.
Però anche questo ha i suoi vantaggi. Per qualcuno è un business. Ma gli esperti cosa dicono?

-estratto da un'intevida a Carlo Rubbia (premio Nobel per la fisica)-
Ma non si parla ormai di "nucleare sicuro"? Quale è la sua opinione in proposito?
"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo".

In che cosa consiste?
"Nella possibilità di usare il torio, un elemento largamente disponibile in natura, per alimentare un amplificatore nucleare. Si tratta di un acceleratore, un reattore non critico, che non provoca cioè reazioni a catena. Non produce plutonio. E dal torio, le assicuro, non si tira fuori una bomba. In questo modo, si taglia definitivamente il cordone fra il nucleare militare e quello civile".

Lei sarebbe in grado di progettare un impianto di questo tipo?
"E' già stato fatto e la tecnologia sperimentata con successo su piccola scala. Un prototipo da 500 milioni di euro servirebbe per bruciare le scorie nucleari ad alta attività del nostro Paese, producendo allo stesso tempo una discreta quantità di energia".

---------------------------------------------------

Ultima domanda!
Perchè il governo vuole tornare al nucleare?

Ultima risposta!
Beh! ammessa la buona fede e l'ingenuità dei nostri governanti il motivo è questo. Attenzione lo dicono loro, non è una mia elucubrazione mentale!
L'Italia da troppo tempo è dipendente dalle risorse energetiche di altri paesi ed è ora di uscire da questo circolo vizioso che costa caro ai cittadini in termini economici. E' vero infatti che in Italia l'elettricità ha il prezzo (e le tasse!) più alte dell'Europa a 25 ed è altrettanto vero che l'Italia non ha praticamente giacimenti di petrolio, gas e carbone uttilizzati oggi per produrre l'energia di cui abbiamo bisogno.

Ma allora l'Italia sarà ricca di uranio?
Macchè l'unico giacimento è stato scoperto negli anni '50 e mai utilizzato perchè antieconomico.

Ma allora i governanti vogliono buttarsi nel business delle scorie?
In tutto il mondo il problema è trovare un posto sicuro (geologicamente stabile e possibilmente lontano dalla popolazione) per "accantonare" le scorie aspettando che il tempo faccia il suo corso. Ad esempio gli
Americani stanno costruendo in Nevada, alla modica cifra di 60 miliardi di dollari, un deposito che gli possa garantire 10 anni di autonomia produttiva. E poi? E noi i Italia come siamo messi?

La protezione civile dice questo:
"L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio e per l’intensità che alcuni di essi hanno raggiunto, determinando un impatto sociale ed economico rilevante. La sismicità della Penisola italiana è legata alla sua particolare posizione geografica, perché è situata nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica ed è sottoposta a forti spinte compressive, che causano l’accavallamento dei blocchi di roccia. Dall’andamento della linea nell’immagine si capisce perché, di fatto, solo la Sardegna non risenta particolarmente di eventi sismici. "

Abbiamo risolto! La Sardegna la "spopoliamo" e ci facciamo un enorme deposito nucleare.
Credo che la "questione nucleare" sia pura propaganda oppure un "gettone" per "gli amici degli amici".

Nessun commento:

Posta un commento